5 consigli fondamentali per catturare l’attenzione degli utenti con l’UX design
25 Luglio 2018
In questa intervista a Jacopo Pasquini, docente del Master in Digital Marketing che inizierà il prossimo 2 Ottobre 2018, analizzeremo alcune tematiche legate alla brand experience, approfondendo alcuni aspetti dell’UX Design e non solo. Cercheremo infatti di far luce su alcuni concetti chiave del web, evidenziando le difficoltà maggiormente diffuse tra le piccole e medie imprese italiane.
Brand experience e UX Design: come coniugarli al meglio
Come è possibile catturare e mantenere l’attenzione di un utente su un sito web? Quali sono i dettagli che fanno la differenza?
«Un sito Internet orientato al conversion rate deve rispondere esattamente al bisogno che l’utente ha in quel momento e deve focalizzarsi sul raggiungimento di un obiettivo preciso. Per questo un sito web di successo è un sito web pratico e rilevante, piuttosto che attraente da vedere.
Un mantra dello UX Designer è “less is more” e durante la progettazione includerà elementi di interazione essenziali, ma fondamentali e, pertanto, togliere sarà sempre più difficile che aggiungere. In questo senso, spesso i dettagli che fanno la differenza nell’ergonomia di un’interfaccia digitale sono i cosiddetti white spaces, ovvero gli spazi bianchi che dividono e creano una gerarchia visiva tra i vari elementi che compongono una webpage. Se disegnati correttamente si trasformano in accorgimenti che guidando il percorso di navigazione dell’utente da uno starting point verso gli oggetti di spicco (come ad esempio i pulsanti di call to action) legati ad un obiettivo di business».
Parliamo di usabilità: secondo la tua esperienza, perché le aziende hanno così tante difficoltà nel capire questo concetto fondamentale del web?
«Il peccato capitale delle aziende è la vanità digitale: tutte vogliono avere il sito più cool in assoluto (o più trendy rispetto al competitor principale) senza considerare troppo il punto di vista delle loro personas di riferimento. Da questo ne deriva una scarsa attenzione all’usabilità, imprescindibile soprattutto se si pensa all’esperienza mobile.
Per redimersi le aziende dovrebbero iniziare a progettare e ri-progettare in ottica Human Centered Design, studiando bisogni, abitudini e motivazioni che portano online alla scelta di un’azienda, di un brand, di un prodotto o di un servizio. Con il suo lavoro, lo UX Designer trasforma un user in un customer solo se, oltre ai principi base di efficacia, efficienza e soddisfazione, mette a terra un processo di analisi, di prototipazione e di valutazione continua».
Quali sono gli “orrori” che vedi più spesso sui siti web di aziende, anche abbastanza strutturate?
«Nessun brand site è perfetto, ma oggi l’errore/orrore più grave e imperdonabile, sia dal punto di vista UX sia dal punto di vista SEO, riguarda la mancanza di responsività della vista smartphone. Anche le aziende più strutturate, spesso legate ad un utilizzo esclusivamente corporate della Rete, trascurano il contesto di utilizzo in mobilità. Un mancato “adattamento” automatico della UI su qualsiasi dispositivo mobile ne compromette l’esperienza utente e aumenta, di conseguenza, il tasso di rimbalzo».
Alcuni consigli per muovere i primi passi nella giusta direzione
Come si diventa UX Designer? Quali skill bisogna acquisire per lavorare in questo settore?
«Per diventare UX Designer non servono soltanto competenze legate alla programmazione o al visual design, ma sono necessarie conoscenze multidisciplinari, perché sotto il grande ombrello della UX si trovano materie come:
– Architettura dell’informazione, che regola l’organizzazione dei contenuti e la navigazione;
– Interaction Design, che riguarda l’interazione e la relazione “uomo-macchina”;
– Ergonomia e psicologia cognitiva, che studia l’aspettativa, la percezione, l’atteggiamento, il comportamento e il ricordo delle persone;
– Marketing e comunicazione, che serve per bilanciare gli obiettivi di business e gli obiettivi degli utenti.
Ed è proprio dalla compatibilità e dalla corrispondenza di intenti che un sito, un eCommerce o una app diventano più user-friendly».
Per tutte le piccole aziende in ascolto: 3 elementi che non possono mancare in un sito web usabile e che è possibile inserire/modificare facilmente
«1. Identità chiara, coerente e presente in ogni pixel: un utente potrebbe atterrare su qualsiasi pagina di un sito web, senza necessariamente passare dalla Homepage. Logo, value proposition e tutti gli elementi di differenziazione rispetto ai competitor devono essere sempre chiari ed espliciti.
2. Navigazione funzionale: il menu deve essere parlante, ampio e non profondo. Le voci devono orientare e mostrando subito il path per disambiguare il “dove mi trovo” (ad esempio con l’utilizzo di breadcrumbs) e il “dove posso andare”.
3. Pulizia e piacevolezza visiva: l’utente ha bisogno di contenuti organizzati anche a livello visivo. Titoli, sottotitoli, blocchi e pulsanti aiutano l’occhio dell’utente nella lettura e nella scansione di pagina. In questo modo è possibile guidare l’utente e la sua attenzione per step, verso elementi specifici e verso il completamento di un compito (ad esempio, riempire un form) o il raggiungimento di un obiettivo (ad esempio, un acquisto o un download). Il tutto in una cornice di look&feel moderna, minimale e straordinaria».