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  • Come e perché fare formazione aziendale (in marketing) per far prosperare il tuo business

    15 Novembre 2018

    Il contesto economico è in continua evoluzione: la trasformazione digitale sta apportando cambiamenti epocali in processi e modelli di business in ogni settore. Per raggiungere un reale vantaggio competitivo, prima di adottare l’ultima tecnologia a disposizione le aziende devono puntare alla crescita del proprio asset più prezioso: le persone con le loro competenze tecniche e umane, uniche e insostituibili. L’area Learning & Development e la Formazione Aziendale (o anche Corporate Training) assumono quindi un ruolo strategico in questo momento storico, permettendo alle aziende di forgiare e trattenere talenti e prepararli ad affrontare le sfide di mercato.  

    L’importanza della formazione aziendale (in marketing)

    Digitalizzarsi per non morire dovrebbe essere un mantra per ogni azienda, dalla microimpresa alla società per azioni. L’investimento in formazione sulle competenze in digital marketing è la chiave per ottenere skill chiave per i propri dipendenti e collaboratori. Che sia strutturata in una Corporate Academy, veicolata completamente online o in un corso di una singola giornata, la formazione in marketing è fondamentale per ogni profilo ad ogni livello dell’organigramma aziendale, anche in ruoli laterali a chi si occupa di comunicazione, promozione e vendita. La formazione è naturalmente imprescindibile per costruire e potenziare “in casa” un team di specialisti e manager che gestisca ogni aspetto del marketing digitale: dal Content Marketing al Social Media Marketing, dalla Digital Strategy al Digital Media Planning, dall’eCommerce Management alla strategia SEO, operando in casa o lavorando in outsourcing con agenzie esterne. Il team può comprendere come interfacciarsi con fornitori di servizi digitali, valutandone criticamente i piani offerti, vagliare in modo obiettivo una strategia presentata da un consulente e abbattere ogni sorta di asimmetria informativa e incomprensione che potrebbe crearsi. Conoscere, ad esempio, le metriche e i formati della pubblicità online è importante per poter ponderare l’andamento di una campagna presentata da un’agenzia. Attraverso corsi focalizzati sulle caratteristiche e dinamiche delle piattaforme social, un team che si occupa di Customer Support telefonico potrebbe apprendere le skill complementari per gestire anche il Social Caring o una divisione commerciale potrebbe acquisire le competenze per intercettare potenziali clienti e curare la relazione con loro su piattaforme social come LinkedIn, attraverso un corso in Social Selling.  In ogni caso, utile valutare programmi blended learning, che alternino formazione online a laboratori pratici, per far acquisire ai dipendenti le nozioni teoriche attraverso studio autonomo e farli cimentare in aula direttamente su sfide reali dell’azienda. In alternativa, costruire un learning path di corsi in eLearning per sviluppare T-shaped skill: competenze verticali in un’area specifica del marketing e competenze trasversali per permettere un migliore coordinamento interno ed esterno.
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    La cultura digitale in azienda

    Dallo studio Coming of Age Digitally: Learning, leadership, and legacy di Deloitte, i dipendenti intervistati hanno sottolineato la necessità di aggiornare le loro competenze: il 90% ha ritenuto fondamentale aggiornarle almeno una volta all’anno per lavorare efficacemente in un mondo digitale. Ecco perché è oggi più che mai necessario riorganizzare la struttura di sviluppo professionale all’interno delle aziende per far sì che si formi attraverso un determinato programma di formazione la cultura digitale.

    Comprendere le esigenze formative in azienda

    Come individuare le esigenze formative in azienda? Bisogna partire dalla realtà aziendale, dai suoi obiettivi di business e dal piano di sviluppo a breve, medio e lungo termine. Secondo una ricerca di qualche anno fa di Capgemini Consulting, oltre il 90% delle aziende ha dichiarato che i propri dipendenti non avevano le competenze necessarie in ambito social media, mobile e analisi dei dati. Solo il 46% stava effettivamente prendendo l’iniziativa per investire nello sviluppo di competenze digitali nei propri dipendenti. Per valutare accuratamente un percorso di formazione professionale  è necessario innanzitutto procedere a un’analisi le esigenze formative attuali e prospettiche dei profili presenti. La rilevazione può avvenire dal dipartimento HR attraverso interviste individuali o focus group, interviste a figure chiave o questionari di assessment.  L’obiettivo è valutare le esigenze di formazione specialistica e tecnica, specifica del ruolo, ma anche di competenze soft (come ad esempio, fabbisogno di competenze orientate al cliente). Riconoscere ed adattarsi alla crescita digitale grazie ad uno strategico piano di formazione professionale.
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    Trovare fondi per la formazione professionale

    Come finanziare la formazione aziendale? Esistono numerosi bandi ed iniziative regionali e nazionali, e svariati fondi che permettono di attingere a risorse finanziarie a fondo perduto. Ad esempio, la Legge 236/93 consente alle aziende di ottenere contributi per la realizzazione di progetti di formazione continua, ossia attività che favoriscano un adeguamento o miglioramento delle competenze professionali dei lavoratori. I fondi interprofessionali come Fondimpresa, ForTe o il Fondo Sociale Europeo, permettono alle aziende di accedere a risorse economiche da utilizzare per formare i propri dipendenti nei tempi e con le modalità più opportune. Sono di natura associativa, e vengono costituiti tramite accordo tra le associazioni di imprese e sindacati maggiormente rappresentative per i principali settori di attività. Qui un elenco di tutti i Fondi e le modalità di partecipazione. Le imprese che vogliono accedere ai finanziamenti dedicati alla formazione aziendale devono presentare un progetto formativo, che descriva l’obiettivo che l’impresa vuole realizzare partecipando al bando.

    Valutare i fornitori giusti

    Come valutare il partner più adatto alle proprie esigenze? Innanzitutto mappando il mercato della formazione business locale e globale e individuando gli interlocutori con cui interfacciarsi secondo tre criteri. 1. Non fermarsi ad una scuola di formazione professionale che propone obiettivi e programmi di corsi a catalogo generici, “one-size-fits-all”. Un ente di valore dovrebbe innanzitutto avere una divisione dedicata esclusivamente alla formazione aziendale, con processi e personale specializzato e dedicato alla gestione di progetti complessi. Dovrebbe quindi offrire percorsi didattici pensati per il singolo ecosistema aziendale, offrire un coordinamento didattico di altissimo livello e avere programmi certificati da un comitato scientifico composto da esponenti di spicco della industry di riferimento (meglio se esperti del proprio paese). 2. I docenti che il fornitore impiega dovrebbero essere non solo degli opinion leader a livello nazionale dai curricula autorevoli, ma anche e soprattutto professionisti riconosciuti che ogni giorno si cimentano con i progetti delle aziende per cui lavorano, a livello strategico e operativo. 3. Infine, la scuola dovrebbe avere una forte expertise riconosciuta nella gestione di percorsi formativi strutturati che comprendono popolazioni aziendali di ampia numerosità. PuntoSicuro, ad esempio, illustra un interessante indagine sugli indicatori di valutazione di un formatore aziendale.
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    La divisione Corporate Training di Ninja Academy lavora spalla a spalla con HR manager e Learning & development manager per costruire programmi di formazione continua sulle discipline del marketing, del business e della digital transformation per grandi e piccole aziende. Dal percorso didattico online al workshop di visione sul futuro dello scenario digitale, dalla Corporate Academy strutturata al corso specialistico di due giornate, Ninja Academy ha formato negli ultimi tre anni oltre 150 grandi aziende.