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  • Non solo recruiting: le potenzialità di LinkedIn spiegate da Alessandro Agostini

    21 Febbraio 2018

    LinkedIn è il social network di riferimento per il mondo del lavoro, ma non tutte le aziende ne sfruttano ancora pienamente le potenzialità. Se il recruiting è solo uno degli aspetti che le imprese possono considerare, non si possono dimenticare le soluzioni per il Corporate Branding e le funzioni tipiche di un social, ma declinate per il mondo del lavoro. Proprio per approfondire tutti questi aspetti, abbiamo rivolto alcune domande ad Alessandro Agostini, Partner e direttore di Bruce Clay Europe e docente del Master in Social Media Marketing della Ninja Academy.

    Perché un’azienda deve essere presente su LinkedIn? Come può trovare le persone che sta cercando?

    LinkedIn è il social network di riferimento per il mondo del lavoro: ogni azienda che vuole crescere in termini di vendite e organico deve essere presente su LinkedIn. Di conseguenza, Linkedin è un importante medium per migliorare il Corporate Branding specialmente nel B2B; inoltre fornisce un valido aiuto nella ricerca di personale qualificato (soprattutto middle management e neolaureati). Per riuscire a metterti in comunicazione con le persone giuste, LinkedIn utilizza degli algoritmi che, semplificando, si basano tra le varie cose su tre aspetti: 1- la corrispondenza delle parole chiave ricercate all’interno del profilo della persona (sommario, esperienze lavorative, formazione etc.) 2- la rete di collegamenti e interazioni dell’utente 3- le integrazioni dati con gli altri mondi Microsoft (Office, Skype, Dynamics, etc) MS Dynamics sarà il primo CRM con dentro il Social Selling: integrando il CRM con Linkedin Sales Navigator, si realizzerà il primo CRM che integra i dati aziendali interni con le interazioni sociali su un network professionale.

    Che cos’è in breve LinkedIn Pulse e perché è importante iniziare a integrarlo nella propria Content Strategy?

    Pulse è una sorta di blog interno al social che consente di creare e pubblicare contenuti più lunghi e completi rispetto al semplice post; l’idea era di dare la possibilità di creare veri e propri articoli come all’interno di un blog personale destinato agli utenti (non alle aziende). Nonostante il successo iniziale ottenuto da Pulse, resta aperto il dibattito se sia più conveniente utilizzarlo per scrivere articoli strutturati e ricchi di contenuti, oppure se sia preferibile un post sintetico che abbia un link al contenuto su un sito esterno a LinkedIn. Per la serie “con le pacche sulla schiena non paghi la spesa”, negli ultimi mesi ho notato che l’algoritmo di Linkedin dà meno spazio ai Pulse e sempre di più ai post sponsorizzati che forse gli rendono di più. Vi risulta? Parliamone su Linkedin… questo è il mio profilo.

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    Post sponsorizzati su LinkedIn: perché investirci e come?

    Occorre anzitutto precisare che LinkedIn ads costa di più in termini relativi rispetto alle pubblicità di altri social, come ad esempio Google, Facebook e Instagram. È fortemente consigliato quindi fare una strategia chiara e definire dei ritorni di medio termine sulle lead e vendite. Si tratta quindi di capire se il medium in termini di resa e target fa al caso vostro, anche perché i più attivi su questo social sono manager e professionisti che entrano pensando al lavoro. Secondo uno studio di HubSpot, il traffico da LinkedIn ha un tasso di conversione tre volte maggiore di Facebook e Twitter, quindi usato bene rende. Gli annunci che a mio parere funzionano meglio sono i post sponsorizzati che fondamentalmente si ispirano a Facebook Ads: anche qui si possono fare annunci testuali, immagini etc. Considerando che mediamente LinkedIn ha anche un CPC più alto di altri servizi (in particolare AdWords) diventa ancora più importante pianificare bene la strategia di bidding, scegliendo con cura anche gli orari in cui si vuole uscire con l’annuncio. Il consiglio è quello di preparare annunci che siano in linea con il livello di LinkedIn ed il pubblico professionale che lo utilizza. Nella gestione delle pagine aziendali conta molto il piano editoriale: per i lettori di Ninja, ho messo a disposizione un capitolo gratis del mio libro su Linkedin edito da Hoepli.

    Come può costruire e migliorare il proprio Corporate Branding un’azienda che decide di approdare su LinkedIn? Quante risorse dovrà investirci?

    Se non sai dove vuoi andare non ci arriverai. LinkedIn è un medium costoso perché parla ad un target mediamente più ricco degli altri social. Quindi la quantità di risorse da investire è minimo un ottimo consulente esterno e una persona interna che vi dedica almeno un’ora al giorno. All’inizio l’azienda deve definire i suoi obiettivi, studiare i competitor, capire chi fa cosa (occhio alla condivisione delle pagine con le HR…), come coinvolgere il personale interno: ad esempio con la mia agenzia BruceClay terrò una formazione a più di 100 filiali di uno dei gruppi assicurativi più grandi in Europa. Più importante del “quanto” è il “come” investire le risorse, creando una strategia chiara che stabilisca obiettivi, priorità, metodo. Un primo passo che può sicuramente essere fatto dopo la creazione dell’account aziendale è spiegare ai propri dipendenti come l’azienda userà questo social e capire se ci sono in azienda dei possibili ambasciatori in grado di fare crescere il brand aziendale. Ricordo sempre la linea generale di attenersi al taglio professionale che contraddistingue questo Social Network; i temi dei post (personali e aziendali) possono spesso riguardare il mercato (occhio ai monologhi aziendali) e il settore dove operate: ad esempio, in un mio post che ha registrato 50.000 visualizzazioni in 3 giorni ho accennato brevemente a dei dati di turnover del personale nelle principali multinazionali del digital.

    Facebook Jobs, se l’esperimento americano-canadese verrà esportato, potrà insidiare il primato di Linkedin nel settore?

    A mio parere il target b2b sia legato a LinkedIn sui temi del lavoro e del business: quindi penso che Facebook Job non avrà vita facile. Non tanto per una questione di features offerte dal servizio o costi, quanto per una questione di “mood” professionale che Linkedin ha acquisito nel tempo e che Microsoft integrerà nelle sue piattaforme. Inoltre a quanto mi risulta Facebook con la soluzione @work fatica a prendere piede tranne in grandi aziende 100% digital come Booking.com Linkedin da solo era marginale, dentro Microsoft diventa un serio concorrente di Facebook e Google sul marketing b2b; questa è almeno la scommessa da 23 miliardi di Nadela. Quindi lunga vita a Linkedin almeno nella parte di offerta di lavoro.

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