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  • Non solo GDPR, ecco cosa devi sapere sulla tutela della privacy online

    26 Giugno 2018

    La tutela della privacy è una questione sempre più complessa e delicata, soprattutto dopo l’introduzione del GDPR in Europa. In questa intervista con Roberta Rapicavoli, esperta in diritto di Internet e delle nuove tecnologie, e docente del Master in Digital marketing che inizierà il prossimo 2 Ottobre, parleremo di alcune delle più scottanti tematiche sull’argomento per poterne capire un po’ di più.

    La tutela della privacy nelle aziende italiane: rischi e difficoltà

    Quali sono le lacune più comuni delle aziende italiane in materia di tutela della privacy? «Ho notato che manca spesso la percezione dell’importanza della tutela dei dati personali. E non mi riferisco al rischio delle sanzioni nel caso di violazione della normativa privacy, ma al valore positivo legato a una corretta gestione dei dati utilizzati per le molteplici attività svolte da professionisti e società. Rispettare ad esempio il principio di trasparenza, fornendo alle persone cui i dati si riferiscono tutte le informazioni legate alla finalità e alle modalità del loro trattamento, consente di instaurare un rapporto di fiducia, che sappiamo bene essere alla base di qualsiasi fidelizzazione. E ancora, rivedere i flussi delle informazioni, così da assicurarsi che i soggetti, interni o esterni, che trattano i dati personali di nostri clienti, fornitori o utenti sappiano come gestirli e ne garantiscano la sicurezza, consente di evitare i rischi legati ad una loro perdita o ad accessi non autorizzati».
    privacy online
    Credits: Depositphotos #32598183
    In questi giorni di applicazione delle nuove norme, qual è stato il dubbio che ti è stato rivolto più spesso? «La domanda che mi è stata posta più frequentemente è stata: “devo fare qualcosa anch’io?”. Mi è stata posta, ad esempio, da una rivenditore che non ha dipendenti, però gestisce un sito di eCommerce, da una società di consulenza che non ha un sito web ma tratta molteplici dati per conto dei suoi clienti, da un noto marchio con molteplici punti vendita con sistemi di videosorveglianza. Ciò che cerco sempre di spiegare è cosa voglia dire “trattare dati” e quindi perché la mia risposta alla loro domanda “devo fare qualcosa” non possa che essere positiva. Ed è positiva oggi, che il Regolamento generale sulla protezione dei dati è pienamente applicabile, ma lo sarebbe stata anche prima del 25 maggio, dato che avevamo una normativa privacy che però molti evidentemente ignoravano». I concorsi a premi online sono sempre più diffusi. Quali sono i rischi per le aziende non in linea con le norme in vigore? «I concorsi online sono sempre più diffusi in quanto si tratta di uno strumento di marketing che consente di attirare l’attenzione di molti utenti presenti in rete. Svolgere una manifestazione a premio senza rispettare la normativa vigente espone al rischio di sanzioni per cui occorre prestare attenzione in fase di pianificazione di tali iniziative. Ad esempio, nel caso in cui il concorso sia avviato senza averne dato preventiva comunicazione al Ministero dello sviluppo economico è prevista una sanzione fino a 10 mila euro e, ancora, se l’iniziativa si svolge con modalità diverse da quelle comunicate o da quelle indicate nel regolamento, ci si espone al rischio di una sanzione che può arrivare a 5 mila euro».
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    Cookie, marketing online e copyright: alcuni temi caldi

    Cosa avresti aggiunto o tolto alle norme attualmente in vigore? «Non ho una posizione critica rispetto alla normativa europea di recente applicazione. Speravo però che il legislatore avesse potuto concludere entro il 25 maggio 2018 l’iter di modifica anche della Direttiva e-privacy, normativa di riferimento per temi di rilievo, come quello dei cookie o del marketing. Le norme di tale Direttiva sono ancora vigenti e non subiscono modifiche ad opera del Regolamento generale sulla protezione dei dati e pertanto, sebbene sul punto spesso sento e leggo parecchia confusione, per quanto riguarda la gestione dei cookie su un sito e delle attività di marketing tramite strumenti quali la posta elettronica, gli sms o i messaggi di altro tipo, occorre continuare a operare nel rispetto di quanto previsto anche prima della data da cui ha avuto piena applicazione il Regolamento».
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    I furti delle proprietà intellettuali sono sempre più comuni in rete; come può un’azienda tutelarsi efficacemente? «La normativa che tutela la proprietà intellettuale esiste e offre concretamente una tutela a chi è titolare dei relativi diritti (morali e/o patrimoniali). Da un punto di vista pratico io consiglio sempre di chiarire all’interno delle note legali del sito web i profili relativi alla proprietà intellettuale dei contenuti pubblicati, indicando se ed entro quali limiti gli stessi possano nel caso essere utilizzati, e di valutare anche l’adozione di misure tecnologiche di protezione destinate a impedire o limitare atti non autorizzati».